La violenza mediata dalla tecnologia. Dogmatica, profili politico-criminali e interpretazione della nozione di violenza nel diritto penale delle tecnologie digitali

Il volume si propone di indagare e ricostruire in una prospettiva sistematica l’evoluzione della nozione penalistica di violenza nell’ambito della partizione disciplinare che si è proposto di denominare “diritto penale delle tecnologie digitali”: vale a dire, di verificare le forme giuridiche entro le quali è stato tradotto il dato empirico-criminologico costituito dalla diversa attitudine lesiva della criminalità digitale nell’attuale stadio di sviluppo tecnologico, per poi saggiarne la coerenza intrinseca, nonché la compatibilità con i principi fondamentali del sistema penale. A tal fine, allo studio preliminare del concetto di violenza e delle sue forme, nonché della nozione di criminalità digitale (Capitolo I) seguono nel Capitolo II la ricerca e lo studio delle “forme tipiche” della violenza nel diritto penale del cybercrime , sul presupposto che il paradigma della violenza non sia in detto contesto del tutto nuovo, ma possa anzi essere rintracciato entro alcuni più risalenti modelli d’incriminazione; nel Capitolo III, l’indagine dei recenti modelli di reazione penalistica ai cyber-attacchi, nel diritto penale interno e internazionale, onde vagliare altresì le implicazioni della cornice teorica e regolatoria della cyber-sicurezza (cybersecurity) sul concetto di violenza (pubblica) mediata dalla tecnologia e sui rapporti, di questa, con la sicurezza nazionale, la pubblica incolumità e l’ordine pubblico; nel Capitolo IV, lo studio, invece, dei rapporti tra la violenza (interpersonale) mediata dalla tecnologia e la tutela penale della persona, entro il paradigma della c.d. cyber-safety; nel Capitolo V, infine, l’indagine della violenza statuale mediata dalla tecnologia, al fine di comprendere in prospettiva sistematica i reciproci rapporti tra sanzione penale e alternative digitali di controllo sociale.